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scala arcobaleno

No, a Verona uno studente non è stato punito per essersi rifiutato di salire una “scala arcobaleno”

Il 5 marzo 2025 è stata pubblicata su X la notizia di «uno studente 13enne» di Verona che «si rifiuta di salire su una scala arcobaleno e viene punito con una nota». il ragazzo, si legge ancora, avrebbe dichiarato: «Sono contrario alla comunità #Lgbt”». «Ma se non vuole salire, deve farlo per forza?», commenta l’autore del post, aggiungendo: «E poi parlano di fasc€imo!». La notizia è presentata in maniera fuorviante. Il 10 febbraio 2025 a Verona un ragazzino di 13 anni si è rifiutato di usare una “scala arcobaleno” nella sua scuola, realizzata l’anno precedente in occasione della Giornata contro l’omofobia, per salire al piano di sopra a vedere una rappresentazione teatrale.  Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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pressione fiscale

La difesa poco convincente di Meloni sull’aumento della pressione fiscale

Il 3 marzo, ospite del programma Secolo XXI su Rai1, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è difesa dai partiti all’opposizione che, sulla base della crescita della pressione fiscale, accusano il governo di aver aumentato le tasse. Secondo ISTAT, infatti, nel 2024 le imposte e i contributi incassati dallo Stato hanno raggiunto un valore pari al 42,6 per cento del Prodotto interno lordo (PIL), oltre un punto percentuale in più rispetto al 2023. Secondo Meloni, però, questo non dimostra che il governo ha alzato le tasse, anzi: l’aumento della pressione fiscale sarebbe un segnale positivo, anche se il suo governo aveva promesso di abbassarla nel suo programma elettorale. «Mi trovo un po’ in imbarazzo a dover spiegare a dei parlamentari della Repubblica una cosa del genere, ma forse ci aiuta con i cittadini. Quando aumenta la pressione fiscale, non è necessariamente perché aumentano le tasse», ha detto Meloni. «Quindi perché aumentano i dati sulla pressione fiscale? Perché c’è più

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esportazione

Governo smentito: l’Italia non è diventato il quarto esportatore al mondo

«Siamo per la prima volta, quest’anno, quarto Paese esportatore al mondo». Così, nella conferenza stampa di fine anno del 9 gennaio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva rivendicato un nuovo primato del suo governo, ripetendo una dichiarazione fatta varie volte nei mesi precedenti. Anche da altri esponenti della maggioranza si sono lanciati nella celebrazione di questo presunto traguardo: tra questi c’è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che a dicembre ha definito l’Italia la «quarta potenza mondiale commerciale». Nel nostro fact-checking sulla conferenza stampa di Meloni, avevamo spiegato perché la dichiarazione della presidente del Consiglio si basava su una lettura fuorviante dei dati, relativi a un periodo di tempo parziale. Ora, i nuovi numeri sull’export pubblicati il 25 febbraio dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) smentiscono definitivamente l’avanzamento in classifica rivendicato dal governo Meloni. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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italia consob

No, l’Italia non è registrata come azienda alla “Consob americana”

Il 19 febbraio 2025 è stato pubblicato un video su X in cui un uomo dice che «l’Italia non è uno Stato democratico e parlamentare» ma una «SPA, una società di diritto iscritta alla Consob americana dal 1934». La sede legale di «Italy Republic OF» si troverebbe a Londra, e il nome e cognome dei singoli cittadini sarebbe «la ragione sociale di una ditta a nostro nome con fondo versato di 2 milioni di dollari all’atto della stipula dell’atto di nascita». Nel tesserino sanitario, invece, si troverebbero «codici bancari, militari e dell’aviazione americana». Chi pubblica commenta dicendo: «Hanno trasformato una Nazione in una Corporation,e dal 1934… sul registro imprese SEC trovi tutti i dati». La notizia è falsa, e si inserisce nel filone disinformativo del “sovranismo individuale”, una teoria del complotto che rigetta l’autorità dello Stato e delle norme giuridiche attraverso un elaborato miscuglio di credenze pseudolegali e rimandi alla spiritualità New Age. Trovi QUI

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truffa negozi

La truffa social internazionale dei negozi “che stanno per chiudere”

Saldi, sconti e promozioni sono una buona strategia di marketing per smaltire le scorte di magazzino, attirare nuovi clienti e aumentare le vendite. Per i consumatori, è molto facile farsi attrarre dai prezzi competitivi proposti dalle aziende. Ma non tutte le offerte che si incontrano online e sui social network sono affidabili.  Negli ultimi mesi su Facebook e Instagram sono comparsi post sponsorizzati di presunte gioiellerie e negozi di abbigliamento artigianali – italiani e internazionali – che annunciano la chiusura definitiva dopo anni di attività, e la conseguente liquidazione totale della merce. Questi post rimandano ai rispettivi siti web dove è possibile acquistare i loro prodotti a prezzi competitivi, con sconti fino all’80 per cento. L’offerta, oltre a essere molto allettante, sembra anche credibile e i siti piuttosto affidabili. Ma, in realtà, ci troviamo di fronte a una truffa ben organizzata.  Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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