Esclusiva

Ottobre 12 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Novembre 14 2023
Centro di monitoraggio della misinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas

Dai video manipolati a falsi documenti della Casa Bianca, NewsGuard sta monitorando e tracciando le affermazioni false, fuorvianti o prive di fondamento relative al conflitto

Ultimo aggiornamento: 3 novembre 2023 

A poche ore dall’attacco del gruppo radicale islamista palestinese Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, un’ondata di misinformazione sul conflitto ha invaso social network e siti internet, raggiungendo milioni di persone.

Ad oggi, il team internazionale di analisti di NewsGuard ha identificato 40 narrazioni false che sono circolate sui social network e ha individuato 144 siti che hanno contribuito a diffonderle.

Monitoraggio di 144 siti che pubblicano misinformazione sul conflitto Hamas-Israele

  • Siti in inglese: 76
  • Siti in francese: 13
  • Siti in tedesco: 5
  • Siti in italiano: 10
  • Altri: 40

NewsGuard ha rilevato che profili social e siti sostenitori di entrambe le parti coinvolte nel conflitto hanno diffuso video e foto di guerra decontestualizzati, o hanno spacciato per autentici filmati in realtà manipolati. Un’analisi pubblicata da NewsGuard nel mese di ottobre ha rilevato che il 74% della misinformazione più virale sulla guerra su X (ex Twitter) proveniva da profili “verificati” con la spunta blu.

Anche alcuni attori malintenzionati, compresi governi autoritari, hanno sfruttato la guerra per diffondere disinformazione che potrebbe avere un impatto su conflitti geopolitici più ampi. In una delle principali narrazioni false finora diffuse sulla guerra, i media di proprietà del Cremlino, affiancati da opinionisti statunitensi di estrema destra, hanno affermato senza fondamento che l’Ucraina avrebbe venduto ad Hamas armi donate dall’Occidente. La campagna sui social network è sembrata un tentativo di minare il sostegno internazionale all’Ucraina.

Queste affermazioni false sono incluse nei Misinformation Fingerprints di NewsGuard, un database che raccoglie le affermazioni false e il loro debunking, e che traccia tutte le principali narrazioni di misinformazione che circolano online. Questo database è disponibile su licenza ai clienti di NewsGuard.

I ricercatori, le piattaforme, gli inserzionisti, i modelli di IA generativa, le agenzie governative o altre istituzioni interessate ad accedere all’elenco completo delle narrazioni false legate alla guerra o al database dei Misinformation Fingerprints possono contattarci qui.

In questo Centro di monitoraggio, NewsGuard pubblicherà anche analisi relative ad altri aspetti della misinformazione sulla guerra, concentrandosi ad esempio sulle modalità di diffusione  delle affermazioni false o fuorvianti sui social network e sul web.

A cura di Jack Brewster

Di seguito gli estratti di alcune narrazioni false, tra quelle che abbiamo individuato finora, con le relative smentite:

BUFALA: L’Ucraina ha venduto ad Hamas armi donate dall’Occidente

I FATTI: Le affermazioni secondo cui le armi donate dall’Occidente all’Ucraina per combattere la Russia sarebbero state utilizzate dal gruppo militante palestinese Hamas nell’invasione su larga scala di Israele nell’ottobre 2023 sono prive di fondamento. Un video diffuso sui social network dopo l’invasione mostra Hamas che ringrazia l’Ucraina per l’invio di armi occidentali. Il video mostra alcune armi e granate disposte in modo disordinato sul pavimento, mentre una voce afferma in arabo: “Ringraziamo le autorità ucraine per averci inviato queste armi. Useremo queste armi contro di voi, nemici”.

In realtà, non vi è alcuna indicazione che le armi mostrate nel video provengano dall’Ucraina. Inoltre, secondo gli esperti di commercio di armi, non ci sono prove che l’Ucraina abbia inviato armi occidentali ad Hamas o che le armi siano state vendute illegalmente fuori dall’Ucraina.

“Non abbiamo visto alcuna prova convincente dell’esistenza di un traffico internazionale delle armi fornite all’Ucraina dal febbraio 2022”, ha dichiarato a NewsGuard in un’email del 10 ottobre 2023 Matt Schroeder, ricercatore senior presso lo Small Arms Survey, un progetto di ricerca del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra.

Inoltre, nel febbraio 2023, Robert Storch, ispettore generale del Pentagono, ha dichiarato al Congresso che il suo ufficio non ha trovato prove che le armi occidentali in Ucraina siano state trasferite altrove.

Il Military Media Center ucraino, coordinato dal Ministero della Difesa del Paese, ha negato che l’Ucraina possa aver venduto armi ad Hamas “perché i nostri partner occidentali controllano attentamente le armi e le attrezzature militari che ci forniscono per combattere l’aggressore russo”.

Gli account social del Cremlino hanno inoltre condiviso un video falso attribuito alla BBC, secondo cui l’agenzia investigativa Bellingcat avrebbe rivelato che l’Ucraina ha contrabbandato armi ad Hamas. La BBC e Bellingcat hanno negato di avere a che fare con il video e di aver diffuso questa notizia. “Il video è falso al 100%. Né BBC News né Bellingcat hanno mai dato questa notizia”, ha dichiarato il giornalista della BBC Shayan Sardarizadeh in un post dell’11 ottobre 2023 su X (ex Twitter).

Frank Slijper, ricercatore che si occupa di commercio di armi presso PAX, un’organizzazione con sede nei Paesi Bassi che lavora per proteggere i civili dalle violenze armate, ha dichiarato in un’email a NewsGuard del 10 ottobre 2023 che tali affermazioni erano “volte a creare una spaccatura nelle società che sostengono l’Ucraina (e non solo)”.

A cura di Madeline Roache

BUFALA: In un video, Israele ha inscenato la morte di un bambino da parte di Hamas

I FATTI: Nell’ottobre 2023, su TikTok e X, precedentemente noto come Twitter, è circolato un video che mostrava una troupe cinematografica intorno a un bambino a terra. Nella clip, sembra che il bimbo finga di essere morto, con una pozza di sangue sotto la testa e gli arti distesi. Secondo diversi utenti, il filmato dimostrerebbe che Israele ha inscenato la morte di alcuni bambini per incolpare Hamas, il gruppo radicale islamista palestinese responsabile del grave attacco del 7 ottobre 2023 che ha portato a una dichiarazione di guerra da parte di Israele.

In realtà, il video è stato postato su TikTok il 21 aprile 2022, più di un anno prima dell’attacco di Hamas, e mostra il dietro le quinte delle riprese di un cortometraggio palestinese intitolato “Empty Place”, secondo un articolo di fact-checking del 27 aprile 2022 di Reuters. Il regista del film, Awni Eshtaiwe, ha confermato a Reuters che il filmato proviene dal suo film. “Dietro le quinte delle riprese della scena in cui i nemici dei coloni attaccano il bambino Ahmad Manasra”, si legge nella didascalia del video di TikTok, tradotto dall’arabo.

Il film è presentato come una ricostruzione degli eventi che risalgono al 2015 e i cui effetti continuano a riverberarsi nella regione. È incentrato sulla storia di Ahmad Manasra, un palestinese che nel 2015, all’età di 13 anni, ha accompagnato suo cugino a Gerusalemme Est. Lì, il cugino di Manasra avrebbe accoltellato un uomo e ferito un ragazzo, entrambi israeliani. Secondo i resoconti della stampa dell’epoca, il cugino fu ucciso dalla polizia, mentre Manasra fu investito da un’auto e picchiato. Manasra è stato poi condannato a 12 anni di carcere.

In breve, sebbene il filmato sia in apparenza basato su eventi reali, non dimostra che Israele abbia inscenato la morte di un bambino israeliano.

A cura di Valerie Pavilonis

BUFALA: La chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza è stata distrutta dai bombardamenti israeliani

I FATTI: La chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza non è stata danneggiata dalla risposta militare di Israele agli attacchi di Hamas nell’ottobre 2023.

L’amministrazione della chiesa, che è la più antica di Gaza, ha fatto sapere in un post su Facebook del 9 ottobre 2023: “Vorremmo informarvi che la chiesa di San Porfirio a Gaza è intatta e opera al servizio della comunità e della nostra congregazione. Le notizie che circolano sul fatto che sia stata danneggiata sono false”.

A cura di Sam Howard

BUFALA: Un documento della Casa Bianca dimostra che gli Stati Uniti stanno inviando 8 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele

I FATTI: Il documento è un falso. La nota, formattata in modo da assomigliare ad altri documenti pubblicati sul sito della Casa Bianca, è una versione falsificata di un documento della Casa Bianca del 27 giugno 2023 o del 27 luglio 2023 in cui si annunciavano aiuti all’Ucraina fino a 400 e 500 milioni di dollari, secondo quanto riportato dalla NBC e da un’analisi di NewsGuard di entrambi i documenti.

La nota falsificata, che sembrava provenire dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden ed era datata 7 ottobre 2023, affermava che Biden aveva autorizzato il segretario di Stato Anthony Blinken a “organizzare la smobilitazione di un massimo di 8 miliardi di dollari in articoli e servizi di difesa del Dipartimento della Difesa, nonché in istruzione e formazione militare, per fornire assistenza a Israele e a effettuare le verifiche richieste da tale sezione per organizzare il prelievo”.

Funzionari della Casa Bianca hanno confermato all’Associated Press che il promemoria è falso.

Gli Stati Uniti forniscono a Israele più di 3 miliardi di dollari di aiuti militari all’anno e l’8 ottobre l’amministrazione Biden ha annunciato di aver intenzione di inviare nuovi carichi di armi a Israele. Tuttavia, non ci sono prove che l’amministrazione Biden abbia autorizzato un ulteriore pacchetto militare da 8 miliardi di dollari per il Paese.

A cura di Coalter Palmer

BUFALA: L’amministrazione Biden ha dato 6 miliardi di dollari provenienti dai contribuenti americani all’Iran

I FATTI: Contrariamente a quanto affermato, i 6 miliardi di dollari messi a disposizione dell’Iran non provengono dai contribuenti statunitensi. L’11 settembre 2023, l’amministrazione Biden ha informato il Congresso che, nell’ambito di uno scambio di prigionieri con l’Iran, gli Stati Uniti avrebbero sbloccato 6 miliardi di dollari di profitti petroliferi iraniani sottoposti a sanzioni e detenuti in Corea del Sud. Il denaro sarebbe stato trasferito su un conto controllato dalla banca centrale del Qatar, che avrebbe garantito che l’Iran avrebbe utilizzato i fondi per scopi umanitari.

Il sito di fact-checking VerifyThis.com ha analizzato la stessa affermazione il 9 ottobre 2023. “L’Iran ha recentemente ottenuto l’accesso a circa 6 miliardi di dollari, ma il denaro non proviene dal governo degli Stati Uniti”, ha scritto il sito. “Si tratta di un pagamento dalla Corea del Sud all’Iran per petrolio e gas, che le sanzioni statunitensi hanno di fatto congelato a metà della transazione. A settembre, gli Stati Uniti hanno accettato di sbloccare la somma come parte dei negoziati per il rilascio di alcuni prigionieri”.

A cura di Valerie Pavilonis

BUFALA: Un video mostra alcuni alti funzionari israeliani catturati da Hamas nell’ottobre 2023

I FATTI: Il video in questione, ampiamente condiviso sui social network, non mostra alti funzionari israeliani catturati dal gruppo radicale islamista palestinese Hamas, contrariamente a quanto affermato da diversi utenti dei social network e da alcune testate giornalistiche statali iraniane. In realtà, il filmato non è correlato alla guerra tra Israele e Hamas e mostra il servizio di sicurezza statale dell’Azerbaigian che arresta i leader separatisti, secondo una ricerca inversa per immagini effettuata da NewsGuard e da altri ricercatori.

I servizi di sicurezza dell’Azerbaigian hanno condiviso per la prima volta il filmato sul proprio canale YouTube il 5 ottobre 2023, due giorni prima che Hamas attaccasse Israele, in un video intitolato “Persone che organizzano le attività di gruppi armati illegali nel Karabakh sono state arrestate”. Una dichiarazione del servizio di sicurezza statale dell’Azerbaigian del 5 ottobre 2023 sugli arresti ha accusato i membri del gruppo separatista del Karabakh di aver commesso atti di terrorismo e di aver fornito ai “gruppi armati illegali” armi e altro equipaggiamento militare.

Inoltre, nel video si vede che gli uomini in uniforme militare indossano il logo DTX sulla loro uniforme, logo che, secondo il sito ufficiale del governo della Repubblica dell’Azerbaigian, è un simbolo del servizio di sicurezza dell’Azerbaigian.

A cura di Becca Schimmel