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Non dovremmo umanizzare così tanto l’intelligenza artificiale

Lo scorso 23 giugno il sito online del quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo, a firma di Massimo Canducci, intitolato “L’Intelligenza artificiale ha imparato a mentire. Ora sì, abbiamo un problema”. L’articolo racconta che Claude Opus 4, un avanzato modello di intelligenza artificiale sviluppato dalla società Anthropic, avrebbe mostrato comportamenti inquietanti durante una serie di esperimenti. Stando al resoconto di Canducci, i ricercatori avrebbero osservato che Claude, sottoposto a scenari simulati, è stato capace di «mentire», «manipolare» e simulare obbedienza allo scopo di evitare la disattivazione o modifiche indesiderate. Ecco alcuni estratti significativi dell’articolo su La Repubblica: “Durante l’utilizzo sperimentale in ambienti simulati, questo sistema […] ha iniziato a prendere iniziative autonome che hanno lasciato senza parole anche i ricercatori più esperti. La macchina ha bloccato l’accesso degli utenti umani ai sistemi, ha tentato di inviare comunicazioni ai media segnalando comportamenti che percepiva come illeciti, e soprattutto ha tentato di preservare la propria esistenza

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Wikipedia sta combattendo contro la “sbobba artificiale”

Con il rapido sviluppo e la crescente diffusione dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), aumentano non solo i vantaggi ma anche i rischi legati al loro utilizzo. Da un lato, queste tecnologie hanno facilitato i processi di comunicazione, ad esempio facilitando la traduzione automatica o aprendo nuove strade all’apprendimento. Dall’altro, però, hanno ampliato la portata della disinformazione e della diffusione di notizie false, rendendole sempre più convincenti e difficili da distinguere dalla realtà. Un caso emblematico di queste nuove sfide si sta manifestando su Wikipedia, la più grande enciclopedia collaborativa del web. Negli ultimi mesi, centinaia di voci sono state compromesse da testi prodotti attraverso l’intelligenza artificiale: citazioni inventate, riferimenti bibliografici casuali e frasi dal tono artificiale hanno iniziato a diffondersi nello spazio editoriale. Per difendersi da questo “attacco informativo”, la comunità di Wikipedia ha scelto la linea dura, introducendo una regola che consente la cancellazione immediata degli articoli sospetti, senza il consueto confronto tra

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Nessun papa è stato bersagliato dalla disinformazione come Francesco

Il 21 aprile, alle 7:35 del mattino, papa Francesco è deceduto. Ad annunciare la notizia è stato il cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa. Il Pontefice si trovava nel suo appartamento a Casa Santa Marta, in Vaticano, dove era rientrato dopo aver passato cinque settimane al Policlinico Gemelli di Roma per un ricoverato a causa di una bronchite, evolutasi in una polmonite bilaterale. Fin dal giorno del ricovero, il 14 febbraio, sono circolate una serie di speculazioni sulla sua condizione fisica, fino a vere e proprie teorie complottistiche. Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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Come le teorie del complotto su Epstein sono arrivate al cuore della politica statunitense

In tempi ordinari, la saga di Jeffrey Epstein – l’imprenditore finanziario e molestatore seriale morto suicida in un carcere di Manhattan nell’agosto del 2019 mentre era in attesa di giudizio per traffico sessuale di minori – non avrebbe mai assunto rilevanza politica. È diventata importante non per ciò che è stata nella cronaca giudiziaria, ma per ciò che ha simboleggiato in un immaginario MAGA inquinato dalle teorie del complotto. Gli stessi influencer trumpiani ne sono sempre stati consapevoli. Alla gente «non importa personalmente di Epstein», ha confermato di recente Jack Posobiec in un’intervista al media statunitense di estrema destra Breitbart News. «Le importa la prospettiva che Epstein fosse in qualche modo coinvolto in un sistema oscuro che controlla realmente il governo, le istituzioni, le nostre vite, e sia in effetti un potere che ci domina», ha precisato Posobiec.  Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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Le proteste di Los Angeles ci insegnano che i chatbot IA non sono strumenti di fact-checking

Da diversi giorni sono in corso a Los Angeles proteste e violenti scontri per i numerosi raid contro le persone migranti da parte degli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) nell’ambito della repressione dell’immigrazione irregolare portata avanti dall’amministrazione di Donald Trump.  La sindaca della città californiana, Karen Bass, ha imposto il coprifuoco nelle ore notturne dopo diverse notti di disordini e vandalismi (decine di persone sono state arrestate per averlo violato) e ha chiesto, insieme ad altri sindaci dell’area di Los Angeles, di fermare i raid che «creano paura e tensioni sociali».  Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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I deepfake pornografici riflettono il sessismo della nostra società

È passato un anno dall’inizio del processo che vede imputati due uomini italiani per aver diffuso online alcuni falsi video pornografici realizzati con l’intelligenza artificiale in cui appariva il volto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I video sarebbero stati pubblicati nel 2020 su siti pornografici statunitensi dove sono stati visti milioni di volte, spingendo Meloni a denunciare i responsabili per diffamazione e a chiedere un risarcimento di 100mila euro.  Non è la prima volta che immagini pornografiche generate da intelligenza artificiale vengono diffuse online, infangando la reputazione delle donne che ricoprono un ruolo pubblico.  Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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Dentro il Remigration summit di Gallarate, tra teorie del complotto ed estremisti in giacca e cravatta

Idee estremiste ma discusse in giacca e cravatta. Il codice di abbigliamento prescritto dagli organizzatori del Remigration summit – business casual o business formal – avrà forse occultato tatuaggi imbarazzanti e ingannato qualche giornalista – come Corrado Ocone di Libero, che ha paragonato i partecipanti a «compassati gentlemen» dei «circoli di élite londinesi»  – ma non è riuscito a mascherare né le teorie del complotto e i piani anticostituzionali espressi dagli oratori sul palco, né tantomeno a cancellare i trascorsi di estrema destra, in certi casi addirittura neonazisti, degli aderenti al convegno.    Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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La propaganda israeliana che punta a negare la fame di Gaza

Mentre nella Striscia di Gaza la carestia raggiunge il punto di non ritorno, la propaganda del governo israeliano insiste nel negarne la realtà, appiattendosi sulla screditata teoria del complotto di Pallywood. Il 22 agosto 2025, l’IPC, il principale osservatorio mondiale sulla fame sostenuto dalle Nazioni Unite, ha ufficialmente riconosciuto la carestia a Gaza, attribuendone la causa all’azione umana. Secondo le sue conclusioni si prevede che la situazione peggiorerà ulteriormente, con la carestia che si estenderà in altre zone della Striscia: entro la fine di settembre un terzo della popolazione affronterà condizioni di malnutrizione «catastrofiche», mentre le persone esposte all’emergenza saliranno a 1,14 milioni (il 58 per cento del totale), afferma l’IPC. L’UNICEF stima in oltre cento le vittime (l’80 per cento bambini) per malnutrizione dall’inizio della guerra, e solo nel mese di giugno sono stati oltre seimila i bambini trovati in malnutrizione acuta durante gli screening. Trovi QUI l’articolo completo di Facta

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Cosa c’è scritto davvero nella sentenza sulle coltellate di Turetta

Nei giorni scorsi, alcuni politici (e non solo) hanno criticato le motivazioni della sentenza – pubblicate l’8 aprile – con cui lo scorso 3 dicembre Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo, in primo grado di giudizio, per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, commesso l’11 novembre 2023. La decisione ha suscitato forti reazioni perché tocca un nodo centrale nel dibattito sui femminicidi: come la giustizia valuta la violenza, soprattutto nei casi in cui è esercitata con particolare brutalità. Secondo i critici, i giudici avrebbero minimizzato la gravità dell’omicidio commesso da Turetta, rafforzando così gli stereotipi che tendono a sminuire i femminicidi. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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La Camera spenderà mezzo milione di euro per aiutare i deputati con l’intelligenza artificiale

Un sistema di scrittura che assisterà i parlamentari nella preparazione degli emendamenti alle proposte di legge, un’assistente virtuale per l’analisi della produzione legislativa e un chatbot per facilitare l’accesso dei cittadini alle attività dei deputati. Sono questi i primi tre progetti per sfruttare l’intelligenza artificiale in ambito parlamentare che la Camera ha presentato lo scorso 9 luglio. I progetti si chiamano rispettivamente MSE, NORMA e DEPUCHAT, e diventeranno operativi entro la fine del 2025. Secondo le ricostruzioni di Pagella Politica, quest’anno la Camera ha deliberato un investimento aggiuntivo di circa 500 mila euro per i progetti legati all’intelligenza artificiale, che ha contribuito ad aumentare la spesa complessiva per le attrezzature informatiche. Quest’ultima arriverà infatti a circa 10,4 milioni di euro, oltre un milione in più rispetto al 2024. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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