L’antisemitismo in Italia ha raggiunto livelli molti anni negli ultimi anni, come documentato dalla Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia 2023 dell’Osservatorio del CDEC Foundation. Gli episodi registrati nel 2023 sono stati 454, quasi il doppio rispetto ai 241 del 2022, segnando il dato più alto mai rilevato dalla Fondazione. Una crescita significativa è stata osservata dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre e l’inizio della reazione militare israeliana, in corso ancora oggi.
Dei casi segnalati, 259 hanno riguardato incidenti online, come insulti, diffamazioni e minacce, mentre 195 hanno incluso atti vandalici, aggressioni fisiche e graffiti. Le città maggiormente colpite sono state Roma, Milano, Firenze e Napoli. Tra le narrazioni antisemitiche più diffuse si trovano teorie complottiste che dipingono gli ebrei come manipolatori di finanza, politica e media, oltre a episodi di negazionismo e banalizzazione dell’Olocausto.
Secondo la Federazione Italiana per i Diritti Umani (FIDU) uno dei problemi legati all’antisemitismo online è realtivo alla bassa alfabetizzazione mediatica, che rende difficile per la popolazione riconoscere contenuti manipolativi o falsi. In particolare, la scarsa consapevolezza dei rischi legati alla disinformazione e all’odio online che favorisce una cittadinanza incapace di opporsi a narrazioni antisemite o di contrastarle efficacemente. Questo problema è aggravato dall’assenza di programmi educativi sistematici per sviluppare competenze critiche e digitali, sia tra gli studenti che tra gli insegnanti.
Per affrontare questi problemi la FIDU ha organizzato il workshop “New Media Literacy Strategies to Counter Antisemitism” riunendo esperti, accademici, giornalisti e rappresentanti della società civile per discutere soluzioni a questo problema. L’iniziativa, è stata supportata dal Coalition to Counter Online Antisemitism (CCOA) e ha ricevuto il contributo di Google.org Foundation. Il progetto coinvolge cinque Paesi: Germania, Francia, Italia, Polonia e Svezia.
Dai lavori emerge la necessità di introdurre programmi che promuovano l’alfabetizzazione mediatica sin dalle scuole, aiutando i giovani a sviluppare capacità critiche per riconoscere e contrastare la disinformazione e i discorsi d’odio. La formazione degli insegnanti, centrata su stereotipi, pregiudizi e narrativa antisemitica, rappresenta un passaggio cruciale in questo senso. Parallelamente, si sottolinea l’importanza di affrontare l’antisemitismo attraverso misure proattive e collaborative. Strumenti innovativi, come l’intelligenza artificiale, possono anticipare e smorzare la disinformazione prima che si diffonda, mentre una maggiore cooperazione tra istituzioni, società civile e piattaforme digitali è essenziale per affrontare le complessità del fenomeno.
Sul fronte normativo è ritenuto cruciale garantire una maggiore applicazione delle leggi esistenti e rafforzare strumenti come il Digital Services Act dell’UE, che responsabilizzano le piattaforme digitali. Monitorare l’efficacia delle politiche attraverso il contributo delle organizzazioni della società civile e promuovere una maggiore trasparenza da parte delle piattaforme rappresentano passi fondamentali per un’efficace regolamentazione.
Tra i partner, l’Italian Digital Media Observatory (IDMO), che ha giocato un ruolo nell’identificazione e nell’analisi delle tecniche di manipolazione digitale che alimentano l’antisemitismo. Durante il workshop, IDMO ha presentato diversi dati, tra cui l’impatto della disinformazione legata al conflitto Israele-Hamas, con esempi di false narrazioni come la vendita di armi occidentali da parte dell’Ucraina ad Hamas.
IDMO ha inoltre evidenziato come l’introduzione di nuove funzionalità sulle piattaforme social, come la nuova politica di verifica degli account su X (ex Twitter), abbia facilitato la diffusione di contenuti di disinformazione. Parallelamente, l’osservatorio sta sviluppando strumenti basati sull’intelligenza artificiale per supportare il giornalismo di qualità e ridurre i bias culturali nelle analisi delle informazioni, contribuendo a una maggiore accuratezza delle informazioni.