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Esclusiva

Settembre 19 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 18 2024
Kharkiv: la controffensiva ucraina secondo la propaganda russa

Dopo l’avanzata ucraina che cambia gli equilibri della guerra, i canali di disinformazione si sono attivati per negare la sconfitta russa. Senza riuscirci

Negli ultimi giorni si è parlato molto della controffensiva ucraina che potrebbe segnare un punto di svolta della guerra. Dopo aver impegnato le truppe russe sul fronte di Kherson con un’operazione iniziata a fine agosto, in cui le forze ucraine hanno guadagnato poco terreno con perdite ingenti, l’esercito di Kiev ha lanciato un’offensiva lampo nella regione di Kharkiv il 5 settembre, riconquistando oltre 2.500 km² di territorio perso nei primi mesi del conflitto. 

La strategia ucraina ha funzionato proprio grazie all’attacco fallimentare su Kherson, che ha costretto i russi a spostare mezzi e truppe nella regione indebolendo altri punti del fronte. Inoltre, il governo di Kiev è stato abile nel tenere segreto il piano di attacco su Kharkiv prima della sua effettiva attuazione, cogliendo di sorpresa le difese nemiche.

Kharkiv: la controffensiva ucraina secondo la propaganda russa
Il presidente Zelensky a Izyum, città liberata dai russi, prima che venga innalzata la bandiera ucraina

Sui social, la narrazione dei canali ufficiali del Cremlino e degli account filorussi si è discostata molto da quella dei media occidentali, che hanno applaudito la strategia militare ucraina. Prima che le notizie su Kharkiv divenissero pubbliche, la propaganda russa aveva messo molta enfasi sulla dura punizione inflitta ai nemici a Kherson. Sui canali telegram filorussi, la presunta sconfitta ucraina veniva celebrata condividendo articoli della stampa statunitense che attestavano l’impossibilità di riconquistare Kherson, difesa dall’artiglieria che, stando a quanto scritto da NEWS: Ukraine, Russia, Donbass (il nuovo canale di Sputnik sfuggito al blocco occidentale), stava “polverizzando” le forze attaccanti di Kiev.

Un articolo del Washington Post, in cui vengono intervistati alcuni soldati ucraini rimasti mutilati, è stato condiviso dai canali del Cremlino come prova che anche la stampa estera stesse riconoscendo la superiorità militare russa. Nell’articolo un soldato ferito spiega come il rapporto tra le perdite ucraine e russe a Kherson fosse di cinque a uno.

Quando il 9 settembre sono iniziate a circolare notizie dell’avanzata ucraina sul fronte nord-est, i canali di disinformazione si sono attivati per negare tutto. A differenza delle sconfitte nell’assedio di Kiev e a Snake Island, i tentativi di negazionismo sono però durati poco e i canali propagandistici si sono limitati a dare una percezione meno disastrosa della ritirata russa dalla regione, preannunciando una riscossa dopo il colpo subito. Oppure cercando di spostare l’attenzione verso Kherson e il Donbass e sul grande numero di perdite riportato dai nemici. 

Alcuni account di disinformazione italiani si sono dimostrati più ostinati nel negare la sconfitta russa degli stessi russi. Ad esempio, l’influencer Rossella Fidanza ha suggerito che la ritirata da Kharkiv fosse premeditata: “poco prima della caduta di Mariupol i russi avevano fatto lo stesso”. Altri hanno parlato di “ritirata tattica” per accorciare il fronte ed evitare perdite, anche se, stando alle ricostruzioni dei media occidentali, si sarebbe trattato di una fuga a tratti scomposta. 

In un post sul suo canale Telegram, il giornalista Giorgio Bianchi ha addirittura messo tra virgolette il termine “controffensiva”, parlando di “un’inutile carneficina [di ucraini] per dare fiato alle trombe dei propagandisti filo-Nato”. Il post di Bianchi è interessante perché rilancia la retorica del “braccio dietro la schiena”, secondo cui la Russia starebbe facendo uno sforzo minimo per invadere l’Ucraina rispetto al suo potenziale militare. Se solo volesse, scrive Bianchi, Mosca potrebbe facilmente “riportare il Paese all’età della pietra”.

Kharkiv: la controffensiva ucraina secondo la propaganda russa
Mariupol rasa al suolo dai bombardamenti russi (Reuters)

È questa la motivazione addotta dai propagandisti filorussi per giustificare il successo ucraino, non frutto della debolezza ma della clemenza dell’esercito russo. Una narrazione che risulta in perfetta continuità con la retorica sulla “operazione militare speciale”, il nome usato dal Cremlino per riferirsi all’invasione dell’Ucraina negando che sia una guerra. Adesso quella formula viene ripresa per salvare l’immagine di onnipotenza dell’esercito russo, costruita in mesi di campagne mediatiche tese a rappresentare le forze armate di Mosca come invincibili. Non a caso l’influencer Giuseppe Masala ha parlato, in un post su Telegram del 10 settembre, di guerra “all’acqua di rose”, criticando una Russia che combatte “con il freno a mano tirato”, spesso evitando “di colpire persino le caserme e gli accampamenti ucraini”. 

Le narrazioni della propaganda russa hanno raggiunto una paradossalità imbarazzante, fino a sembrare ridicole: è questa l’impressione che si ha leggendo il post di Intel Slava Z, canale Telegram creato dal Ministero della Difesa russo, in cui viene riconosciuto il “disastro militare” di Kharkiv. Perché, tra i provvedimenti auspicati per rimediare alla sconfitta, l’autore include “la dichiarazione di guerra all’Ucraina”. 

Articolo di Michelangelo Gennaro, Assistant Researcher Luiss Data Lab.