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Esclusiva

Marzo 4 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 15 2023
Intervista a Yevgeniy Golovchenko, ricercatore dell’Università di Copenaghen

“Il mio scopo è catalogare la disinformazione in modo da poter capire questo fenomeno”. Il ricercatore ucraino parla di censura online e di disinformazione

Dopo poco più di 24 ore dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Yevgeniy Golovchenko ha iniziato la sua resistenza su Twitter. Ricercatore di origine ucraina, lavora al dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Copenaghen. «Scrivo di disinformazione, censura, Russia, Ucraina e datascience», recita la sua biografia. Sulla sua pagina, aggiorna di continuo un thread di tweet per «catalogare disinformazione, misinformazione o semplicemente contraddire dichiarazioni durante l’invasione russa dell’Ucraina».

«Io non sono un fact-checker, ma spero che quello che faccio possa aiutare tutti, giornalisti e gente comune, a contrastare la disinformazione». Yevgeniy Golovchenko osserva la guerra scoppiata in Ucraina, sua terra d’origine, da Copenaghen, dove vive e lavora come ricercatore. I suoi studi sulla politica nei social media, la censura online e la disinformazione diventano una fonte preziosa per coloro che cercano di orientarsi meglio nel mare di informazioni relative all’invasione russa dell’Ucraina. 

«Fare fact-checking è difficile. Fare ricerca sulla disinformazione è molto difficile. Ma farlo nel contesto di una guerra, in cui l’informazione diventa un’arma e gli informatori sono usati appositamente per causare confusione, è ancora più difficile».

«Il mio scopo principale è catalogare la disinformazione in modo da poter capire questo fenomeno. Parliamo di misinformazione nel contesto di una guerra, in cui la disinformazione è usata non solo per colpire i nemici nel lungo termine, ma anche per raggiungere degli scopi sul campo di battaglia, per spargere confusione, panico e paura. Perciò la mia speranza è quella di creare consapevolezza, soprattutto tra giornalisti professionisti, riguardo i caratteri specifici di questo fenomeno, in modo che si possa contrastare meglio la disinformazione» conclude Yevgeniy Golovchenko.

Intervista di Silvia Stellacci, studentessa del Master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale dell’Università Luiss Guido Carli.