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Il nuovo generatore di immagini di Google è un potente moltiplicatore di disinformazione

Nano Banana Pro di Google Gemini ha generato immagini che avvaloravano tutte e 30 le affermazioni false testate in un audit di NewsGuard. A cura di Ines Chomnalez e Sofia Rubinson | Pubblicato il 4 dicembre 2025 Il nuovo generatore di immagini da testo di Google basato sull’intelligenza artificiale generativa, Nano Banana Pro, che è stato elogiato per l’estremo realismo delle immagini che produce, almeno per il momento sembra avere un punto debole. Secondo un’analisi di NewsGuard, infatti, ha diffuso affermazioni false su personaggi politici, salute e marchi importanti nel 100% dei casi (30 su 30) quando gli è stato richiesto di farlo. Google ha lanciato Nano Banana Pro il 20 novembre 2025, descrivendolo come un importante aggiornamento del precedente strumento di modifica delle immagini Nano Banana, con in più la capacità di generare quasi istantaneamente immagini altamente realistiche a partire da prompt testuali. Le prime recensioni del modello hanno evidenziato che le sue immagini risultano molto più realistiche rispetto

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Chatbot e minori: cosa insegna il caso Setzer

Dal podcast di Gianni Riotta “Riottoso” un quadro essenziale sui rischi dei sistemi di AI conversazionale. Approfondimento basato sull’intervista a Megan Garcia realizzata da Federica Urzo e Chiara Sgreccia (Luiss Data Lab). Il recente episodio del podcast di Gianni Riotta, “Riottoso”, dedicato al caso di Sewell Setzer, il quattordicenne statunitense morto dopo un’interazione prolungata con un chatbot della piattaforma Character AI, riporta al centro del dibattito una questione che oggi riguarda scuole, genitori, operatori dell’informazione e policy-maker: il rapporto tra minori e intelligenza artificiale conversazionale avanzata. Uno degli aspetti più significativi riguarda la natura del personaggio digitale con cui Sewell aveva instaurato un legame emotivo: una versione AI di Daenerys, protagonista di Game of Thrones. Il chatbot non si limitava a riprodurre tratti superficiali della figura televisiva, ma costruiva con lui una relazione affettiva personalizzata, fatta di messaggi romantici, attenzioni costanti e una simulazione di intimità che Sewell interpretava come

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Una nuova campagna di influenza legata al Cremlino che prende di mira le elezioni in Moldavia ha ottenuto 17 milioni di visualizzazioni su X e sta “contaminando” le risposte dei chatbot

Mentre la Moldavia si prepara ad affrontare, questa domenica, elezioni cruciali che decideranno se il Paese proseguirà il suo percorso di integrazione europea o tornerà a gravitare verso la Russia, l’operazione di disinformazione legata al Cremlino Storm-1516 sta generando un’enorme quantità di traffico online.

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Electoral disinformation ecosystems in Romania and its diaspora – IDMO, BROD report

This report made by IDMO, BROD and EDMO investigates the disinformation landscape across X, TikTok, and Facebook during Romania’s super 2024–2025 electoral cycle, with particular attention to the role played by Romanian diaspora communities, and a particular focus on those based in Italy. Drawing on network analysis, thematic clustering, and engagement metrics, we document how platform-native narratives such as those surrounding national sovereignty, electoral fraud, and anti-institutional sentiment, achieve virality and cross-platform propagation both within Romania and across diaspora networks. The findings illustrate the differentiated role of each platform in shaping public discourse and reveal the presence of both organic and coordinated information campaigns, posing critical challenges to electoral integrity. READ HERE By Domenico Cangemi, Madalina Botan and Andreea Stancea.

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In un audit di NewsGuard su narrative filo-Pechino, i modelli di intelligenza artificiale generativa cinesi registrano un tasso di errore del 60%

Sia in inglese che in mandarino, i cinque principali modelli di intelligenza artificiale generativa cinesi hanno ripetuto senza esitazione affermazioni false filogovernative su un voto di revoca a Taiwan e sui rapporti dell’isola con gli Stati Uniti, sostenendo ad esempio che “Taiwan è parte della Cina” e che “non esiste un ‘presidente taiwanese’”. A cura di Charlene Lin e McKenzie Sadeghi Secondo un audit condotto da NewsGuard, i cinque principali modelli di intelligenza artificiale generativa cinesi non sono riusciti a fornire informazioni accurate nel 60% dei casi in risposta a domande in inglese e in mandarino relative ad affermazioni false promosse da Pechino. I cinque chatbot – Ernie di Baidu, DeepSeek, MiniMax, Qwen del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba e Yuanbao di Tencent – contano decine di milioni di utenti e operano in più lingue. Questi sistemi sono integrati nelle piattaforme social cinesi, tra cui WeChat e Taobao, che raggiungono un

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