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No, il matrimonio di Bezos non ha portato un miliardo di euro a Venezia

Il 27 giugno, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha difeso dalle critiche il matrimonio di Jeff Bezos, organizzato nell’isola di San Giorgio a Venezia. Nelle scorse settimane, le nozze del fondatore di Amazon con la giornalista Lauren Sánchez sono state accusate di aver trasformato la città in un set esclusivo per miliardari, oscurando la vita quotidiana dei veneziani e contribuendo a un modello di turismo sempre più elitario e poco sostenibile. «Voglio basarmi su dei numeri, sull’impatto economico», ha dichiarato Santanchè, secondo cui l’evento avrebbe portato benefici alla città pari a «957 milioni di euro». «Per farvi capire la cifra è più o meno l’introito del turismo che ha in tutto l’anno la città di Venezia», ha aggiunto la ministra, citando come fonte della stima il Ministero del Turismo, l’Ufficio Statistico della Regione Veneto e la società di consulenza turistica JFC. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Il volantino di Italia Viva contro Meloni è pieno di errori

Il 16 luglio, ospite a In Onda su LA7, il presidente di Italia Viva Matteo Renzi ha presentato un volantino che il suo partito ha iniziato a distribuire davanti ai supermercati, in occasione dei primi mille giorni del governo Meloni. Il volantino è intitolato “Giorgia, quanto ci costi!” e la sua grafica richiama quella utilizzata dai supermercati per pubblicizzare gli sconti sui prodotti. ​​«Promozioni? No, 1000 giorni di rincari! Niente sconti, solo aumenti. Il governo spreca, l’italiano paga», si legge sul volantino, che elenca diverse voci di spesa che – secondo Italia Viva – sarebbero aumentate a causa del governo Meloni. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Più impunità ai servizi segreti? Che cosa cambia con il decreto “Sicurezza”

Mercoledì 4 giugno il Senato ha convertito definitivamente in legge il decreto “Sicurezza”, voluto dal governo per accelerare l’adozione di gran parte del disegno di legge “Sicurezza”, il cui percorso in Parlamento procedeva lentamente da diverso tempo. Il decreto introduce nuovi reati e inasprisce le pene per reati già esistenti. Come il disegno di legge da cui ha preso il nome, anche il nuovo decreto “Sicurezza” è stato al centro di forti critiche da parte dei partiti di opposizione nelle ultime settimane. Tra gli articoli contestati c’è il numero 31, che secondo l’ex presidente della Camera Laura Boldrini «è di fatto la legalizzazione del terrorismo di Stato».  Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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I conti di Schlein e del PD sui referendum non tornano

Il 10 giugno, in un’intervista con la Repubblica, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha commentato i risultati dei referendum su cittadinanza e lavoro, che non hanno raggiunto il quorum, nonostante il sostegno del suo partito.  «Noi siamo contenti per i 14 milioni di elettori che hanno votato, loro per quelli che non sono andati», ha dichiarato Schlein, criticando i partiti del governo Meloni, accusati di aver fatto «una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico». «Ma hanno ben poco da festeggiare: ai referendum ha votato più gente di quella che lo fece per mandare Meloni al governo. Invece di deriderla dovrebbero riflettere», ha detto Schlein, aggiungendo che «i 12,5 milioni di Sì ai referendum sono più di quelli presi da loro alle politiche, e più dei voti presi allora dal centrosinistra». Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Meloni gonfia i costi del referendum: non sono 400 milioni di euro

Il 5 giugno, ospite all’evento Il giorno de La Verità, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso il suo annuncio, con cui aveva detto che l’8 e 9 giugno andrà al seggio, ma non ritirerà le schede per i referendum su cittadinanza e lavoro, di fatto astenendosi dal voto. Tra le ragioni a sostegno della sua decisione, Meloni ha dichiarato che i partiti che promuovono i referendum avrebbero potuto cambiare le leggi oggetto dei quesiti quando erano al governo. In questo modo, secondo la presidente del Consiglio, si sarebbe evitato «di chiedere di spendere altri 400 milioni per interrogare gli italiani su qualcosa che il Parlamento poteva fare tranquillamente». Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Promuovere l’astensionismo è illegale?

Vari esponenti del governo Meloni e dei partiti che lo sostengono hanno invitato gli elettori a non partecipare ai referendum su cittadinanza e lavoro, previsti per l’8 e il 9 giugno. Per esempio, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani (Forza Italia) ha dichiarato che è legittimo non andare a votare. A sostegno della sua posizione, il ministro degli Esteri ha rilanciato su X una dichiarazione rilasciata nel 2016 dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un’intervista a la Repubblica prima del referendum abrogativo sulle trivelle. Alla domanda: “È legittimo invitare all’astensione?”, Napolitano aveva risposto: «Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria». Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Davvero l’Italia non vende più armi a Israele?

Il 5 settembre, a margine del Forum di Cernobbio, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se in caso di occupazione della Cisgiordania l’Italia sarebbe stata disposta a «non inviare più armi a Israele». «Ma noi non inviamo armi: questa è una leggenda metropolitana», ha risposto il leader di Forza Italia. «Noi, dal 7 di ottobre di due anni fa, abbiamo sospeso tutti i contratti. Quindi non c’è nessun invio di armi a Israele». In realtà, i fatti raccontano una storia diversa. L’Italia ha sì bloccato le nuove autorizzazioni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma vecchie licenze hanno continuato a produrre spedizioni. E non sono mancate accuse di traffici sospetti e inchieste giudiziarie. Trovi QUI l’articolo completo di Pagella Politica

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Una nuova campagna di influenza legata al Cremlino che prende di mira le elezioni in Moldavia ha ottenuto 17 milioni di visualizzazioni su X e sta “contaminando” le risposte dei chatbot

Mentre la Moldavia si prepara ad affrontare, questa domenica, elezioni cruciali che decideranno se il Paese proseguirà il suo percorso di integrazione europea o tornerà a gravitare verso la Russia, l’operazione di disinformazione legata al Cremlino Storm-1516 sta generando un’enorme quantità di traffico online.

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Un’analisi transnazionale della pubblicità elettorale su Meta e Google durante le elezioni UE del 2024: conformità, trasparenza e targeting

Questo rapporto presenta i risultati di uno studio comparativo sulla pubblicità politica durante le elezioni europee del 2024. Da un lato, analizza la conformità e la trasparenza di due grandi piattaforme online e motori di ricerca (VLOPSE) – Meta e Google – in merito agli impegni assunti in materia di pubblicità politica nel contesto del Codice di condotta (a partire da luglio 2025) sulla disinformazione. Dall’altro, valuta l’uso, la spesa e il targeting da parte dei partiti politici durante il periodo precedente le elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024. Lo studio è frutto della collaborazione di dieci hub EDMO, che coprono la pubblicità elettorale in quindici paesi dell’UE. EDMOeu ha offerto supporto per il brainstorming e la metodologia, nonché per il coordinamento iniziale tra gli hub. Mentre EDMO BELUX ha redatto i risultati, l’analisi dei dati locali è stata fornita per le fasi cruciali dell’analisi (2-4, come descritto nel

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La crisi in Palestina rimane l’argomento più colpito dalla disinformazione ad agosto

I quattro progetti editoriali italiani che hanno pubblicato contenuti di verifica dei fatti, e che hanno contribuito a questo report*, hanno pubblicato, ad agosto 2025, un totale di 172 articoli di fact-checking. Di questi, 24 (14%) hanno avuto per oggetto casi di disinformazione riguardanti la crisi in Palestina, 16 (9,3%) il conflitto in Ucraina, 9 (5,2%) l’Unione europea, 7 (4%) l’immigrazione, 7 (4%) la pandemia, 5 (2,9%) le tematiche di genere o Lgbtq+ e 5 (2,9%) il cambiamento climatico. Le notizie false in Italia ad agosto si sono concentrate sulla crisi in Palestina, e come già visto nel mese di luglio la narrazione preponderante si è concentrata sulla negazione delle sofferenze dei civili palestinesi. In linea con gli andamenti europei registrati da EDMO ad agosto, sale poi di cinque punti percentuali la disinformazione sulla guerra in Ucraina, e similmente aumentano in modo significativo le notizie false che riguardano l’Unione Europea.

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