
Dentro il Remigration summit di Gallarate, tra teorie del complotto ed estremisti in giacca e cravatta
Idee estremiste ma discusse in giacca e cravatta. Il codice di abbigliamento prescritto dagli organizzatori del Remigration summit – business casual o business formal – avrà forse occultato tatuaggi imbarazzanti e ingannato qualche giornalista – come Corrado Ocone di Libero, che ha paragonato i partecipanti a «compassati gentlemen» dei «circoli di élite londinesi» – ma non è riuscito a mascherare né le teorie del complotto e i piani anticostituzionali espressi dagli oratori sul palco, né tantomeno a cancellare i trascorsi di estrema destra, in certi casi addirittura neonazisti, degli aderenti al convegno. Trovi QUI l’articolo completo di Facta














