Esclusiva

Aprile 30 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 3 2024
Rapporto Libertà dei Media 2024: sfide e sviluppi nell’Unione Europea

In Italia aumentano i casi di procedimenti legali avviati contro giornalisti

La libertà dei media si trova ancora una volta al centro dell’attenzione in molti paesi dell’Unione europea con la pubblicazione del  Media Freedom Report 2024 di Liberties che evidenzia scenari inquietanti e punti di rottura tra il diritto di espressione e il pluralismo.  In Italia, le preoccupazioni principali riguardano gli attacchi ai giornalisti, l’influenza governativa sulla RAI, la controversa “Legge Bavaglio”, e l’elevato numero di cause legali contro giornalisti, incluso il noto caso di Roberto Saviano.

In Europa, i giornalisti continuano ad affrontare intimidazioni, sorveglianza e detenzioni, mentre le cause legali abusive, conosciute come SLAPP, vengono spesso utilizzate per reprimere la libertà di stampa in diversi paesi, tra cui Croazia, Grecia, Italia, Paesi Bassi e Svezia. Inoltre, l’uso diffuso dei software spia come Pegasus e Predator rappresenta una minaccia costante.

Una serie di eventi chiave, che hanno plasmato gli ambienti mediatici nel corso del 2023 come le elezioni in Polonia, nei Paesi Bassi e in Slovacchia, hanno portato a un cambiamento significativo nel panorama politico nazionale, con possibili ripercussioni sui media locali. In particolare, il ritorno al potere di Robert Fico in Slovacchia è coinciso con un calo del 10% della fiducia pubblica nei media rispetto all’anno precedente. Altro tema che desta preoccupazioni è l’elevata concentrazione della proprietà dei media che rimane elevata in diversi paesi, minacciando la diversità delle voci e aumentando il rischio di una copertura distorta dell’informazione. I media pubblici sono spesso soggetti a pressioni politiche e finanziarie, compromettendo così la loro indipendenza e integrità. I giornalisti che criticano il governo rischiano di essere messi ai margini, esclusi dalle conferenze stampa ufficiali o privati dell’accesso ai documenti essenziali per il loro lavoro. Organizzazioni della società civile in Bulgaria, Croazia, Estonia, Ungheria, Irlanda, Italia e Grecia hanno segnalato tentativi di censura nei confronti della stampa o restrizioni alla libertà di espressione. L’hate speech resta diffuso, soprattutto sui social media, nonostante alcuni governi  (Germania, Irlanda e Slovenia) abbiano adottato misure per combatterlo nel 2023. La diffusione della disinformazione rimane il rischio principale per le democrazie ed in particolare in Repubblica Ceca, Grecia e Italia.

Secondo i dati analizzati da Liberties, in questi paesi vi è un alto rischio di manipolazione dell’informazione che può influenzare l’opinione pubblica e minare la fiducia nei media. Anche per contrastare questo fenomeno sono state proposte nuove leggi. Ma con il rischio di generare effetti controproducenti come censura o abuso di potere. Ad esempio, in Lettonia, l’implementazione di queste leggi limita la libertà di stampa anziché proteggerla. In Grecia, già si è visto un caso in cui una nuova legislazione è stata utilizzata per attaccare un giornalista, anziché contrastare la disinformazione. Anche il servizio pubblico italiano, RAI, è suscettibile di interventi da parte del governo, come ha dimostrato di recente anche il caso dell’autore e giornalista italiano Antonio Scurati. Un ulteriore report, il Monitoraggio della Pluralità dei Media del 2023, ha inserito l’Italia tra i paesi in cui l’indipendenza dei media pubblici è sotto attacco. Nella primavera del 2023, il Governo Meloni ha apportato radicali cambiamenti interni alla RAI che partono dalle dimissioni dell’allora CEO Carlo Fuortes. Il report mette in evidenza che  il nuovo amministratore delegato, Roberto Sergio, ha  subito implementato un cambio editoriale più in linea con l’agenda della coalizione di governo. Matteo Salvini, Vice Primo Ministro d’Italia e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha deciso l’anno scorso di ridurre l’allocazione dei fondi al servizio radiotelevisivo, minando ulteriormente l’autonomia finanziaria della RAI. Il leader della lega ha inoltre annunciato, a giugno 2023, di aver istruito i suoi avvocati ad agire contro L’Espresso per la loro inchiesta del 2019 sul cosiddetto caso Metropol, in cui il giornale ha rivelato presunte connessioni tra la Lega e il Cremlino.

A marzo, Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ha avviato una causa legale per diffamazione contro la redazione di Domani. Agenti di polizia hanno consegnato un ordine di sequestro contro un articolo di Domani che esaminava presunte connessioni tra Durigon e membri di un’organizzazione criminale a Latina, a sud di Roma. In Italia quindi sono aumentati i numeri di cause legali intentate da figure politiche nel tentativo di colpire i cosiddetti critici del governo. Un esempio è la cosiddetta “legge bavaglio” che rende difficile la verifica di alcune notizie. Viene cioè imposto un divieto di pubblicare qualsiasi contenuto sulle ragioni dell’arresto o dei procedimenti giudiziari o sul contenuto degli ordini di custodia cautelare, almeno fino alla fine dell’udienza preliminare. I giornalisti italiani hanno definito questa norma un grave colpo al diritto alla libertà di stampa. Nel 2023, Mapping Media Freedom ha registrato 24 casi in Italia di procedimenti legali avviati contro giornalisti, minacciando gravemente la libertà di espressione. Un esempio significativo è quello del giornalista Roberto Saviano, che è stato riconosciuto colpevole di diffamazione a mezzo stampa dal Tribunale penale di Roma nell’ottobre 2023. Il caso è stato avviato dall’attuale premier Giorgia Meloni nel novembre 2021, quando era leader dell’opposizione. Il procedimento accusava Saviano di diffamazione aggravata per i suoi commenti critici sulla persistente posizione anti-migranti di Meloni, espressi durante un programma televisivo. Il Tribunale penale di Roma ha condannato Saviano per diffamazione a mezzo stampa, infliggendo un grave colpo alla libertà di espressione. La situazione della libertà di stampa in Italia è ulteriormente complicata dalle proposte di riforma legislativa che, anziché proteggere i giornalisti da cause abusive, sembrano privilegiare i diritti reputazionali dei querelanti a scapito della libertà di espressione. La minaccia di azioni legali contro giornalisti e la riduzione dello spazio per un dibattito aperto e critico sono cause di preoccupazione crescente per il panorama mediatico italiano.