Esclusiva

Dicembre 21 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 12 2024
La disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas diffonde antisemitismo e islamofobia, e prova a minare il sostegno all’Ucraina

Il venticinquesimo report mensile sulla disinformazione in Italia a cura di IDMO

I cinque progetti editoriali italiani che hanno pubblicato contenuti di verifica dei fatti, e che hanno contribuito
a questo report*, hanno pubblicato, a novembre 2023, un totale di 226 articoli di fact-checking. Di questi, 83 (36,7%) hanno avuto per oggetto casi di disinformazione riguardanti la guerra tra Israele e Hamas, 10 (4,4%) la guerra in Ucraina, 13 (5,7%) la pandemia, 7 (3%) il cambiamento climatico, 9 (3,9%) l’Unione europea, 4 (1,7%) l’immigrazione e 1 (0,5%) tematiche di genere o Lgbtq+.

La percentuale della disinformazione sul conflitto in Medio Oriente ha toccato un valore simile a quello di ottobre, quando aveva fatto segnare il dato più alto, relativo a un singolo argomento, da maggio 2022. A novembre vale ancora oltre un terzo del totale, ben al di sopra della media europea segnalata da Edmo (che si attesta al 26%). Le percentuali relative alla pandemia e alla guerra in Ucraina invece rappresentano i nuovi minimi dall’inizio delle rilevazioni ma, mentre i contenuti falsi sulla Covid-19 non presentano novità rilevanti, quelli sull’Ucraina conservano una certa centralità, secondo le redazioni che hanno inviato informazioni per questo report. In leggero aumento poi la percentuale relativa alla disinformazione sull’Ue, mentre i contenuti falsi sugli altri argomenti oggetto di disinformazione sono stabili rispetto al mese precedente o poco rilevanti.

La disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas diffonde antisemitismo e islamofobia, e prova a minare il sostegno all'Ucraina

La disinformazione sul conflitto in Medio Oriente

La gran parte delle notizie false circolate a novembre sulla guerra tra Israele e Hamas si inserisce in narrazioni di disinformazione già rilevate a ottobre. Ancora particolarmente presente è la teoria del complotto secondo cui la devastazione nei territori palestinesi sarebbe una messinscena (“Pallywood”): numerosi sono i casi che presentano la sofferenza e la morte dei civili nei territori palestinesi come una finzione, suggerendo anche che i media tradizionali contribuiscano alla farsa.

Allo stesso modo sono state diffuse storie false che amplificano le manifestazioni di supporto alla causa palestinese – o, al contrario, le denigrano presentando i partecipanti come come estremamente violenti
– ma anche notizie senza fondamento sul presunto allargamento del conflitto con presunti interventi da
parte di Paesi limitrofi o potenze internazionali. Nella grande maggioranza dei casi la principale tecnica di disinformazione utilizzata è la condivisione di ideo e immagini datati, già circolati in passato, decontestualizzati e presentati come attinenti al conflitto in corso.

Come segnalato nello scorso report, diverse storie false sono volte a esagerare le già criticate azioni dell’esercito israeliano, a de-umanizzare gli israeliani (anche i bambini) e a polarizzare il dibattito sulla crisi, amplificando contenuti islamofobi o antisemiti. Particolarmente rilevante è la storia falsa secondo cui non sarebbe vero che la senatrice a vita Liliana Segre fu deportata nei campi di concentramento da bambina.

La disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas diffonde antisemitismo e islamofobia, e prova a minare il sostegno all'Ucraina

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI A NOVEMBRE, SECONDO I DATI RACCOLTI DAI PROGETTI CHE HANNO CONTRIBUITO A QUESTO REPORT, HANNO RIGUARDATO LA SORELLA DI GIULIA CECCHETTIN, PRESUNTI ATTACCHI TERRORISTICI, IMMIGRAZIONE E ALTRI ARGOMENTI MINORI

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* Progetti che hanno contribuito a questo report: BlastingNews, Bufale.net, Facta.news, Open, Pagella Politica