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Esclusiva

Gennaio 28 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 15 2023
#FreeTheLeopards, l’hashtag pro-Ucraina in trend sui social

Gli utenti pubblicano outfit leopardati per chiedere l’invio dei tank a Kiev. L’idea è dello stilista tedesco Frank Peter Wilde. Anche la premio Nobel per la pace partecipa con un meme

«I vestiti leopardati sono dimenticati da tempo, ma adesso è il momento di aprire il guardaroba!». Su TikTok ha spopolato la campagna #FreeTheLeopards, lanciata dall’account statale ukraine.ua per chiedere ai Paesi Nato l’invio di carri armati Leopard. Tra abiti glamour dal sapore retrò e borse, occhiali, persino scettri a macchie, tantissimi account hanno raccolto la sfida, postando i propri outfit più kitsch per sostenere la resistenza ucraina. In poche ore, i social si sono trasformati in un flashmob virtuale rivolto al governo tedesco: «Scholz, manda i Leopard all’Ucraina!», l’appello degli utenti al Cancelliere tedesco, che dopo giorni di esitazioni ha dato l’ok all’invio dei tank di ultima generazione.

Reso virale dalle influencer ucraine, #FreeTheLeopards ha oltrepassato i confini di TikTok contagiando le altre piattaforme. Instagram è stato tempestato dalle foto dei sostenitori di Zelensky, vestiti di blu, giallo e nero, secondo una palette che unisce i colori della bandiera ucraina al manto del leopardo. Le immagini del grande felino – accompagnate dagli immancabili cugini domestici, i gatti, da sempre protagonisti indiscussi di Internet – hanno dato un vivace impatto visivo alla propaganda ucraina, che ha dimostrato ancora una volta le proprie abilità comunicative.

Già nei mesi passati, i canali ufficiali di Kiev erano riusciti a trasformare la resistenza in un autentico brand. Paradigmatico l’hashtag #SlavaUkraini, che ormai non ha bisogno di traduzione. Oppure l’iniziativa #LightUpUkraine indetta il 21 dicembre, quando il presidente Zelensky ha chiesto un blackout simbolico alle città occidentali, come gesto di solidarietà per i civili rimasti al buio dopo gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche.

Tuttavia, per #FreeTheLeopards l’ispirazione è arrivata dall’estero. L’inventore della campagna sembrerebbe essere un irriverente stilista tedesco, Frank Peter Wilde. Sul suo profilo Instagram, Wilde pubblica ogni giorno una foto allo specchio del suo ascensore, indossando abiti appariscenti per celebrare la vita queer. 

Dall’inizio della guerra, lo stilista ha preso a cuore la causa ucraina e trasformato la sua rubrica in un’originale contestazione contro la Russia: il suo riflesso in ascensore si è colorato di giallo e blu; sulle sue magliette sono comparsi slogan per fermare l’invasione («Choose peace», «Kherson is Ukraine», «Russian Church kills people»). Non appena la questione dei tank ha infiammato il dibattito pubblico internazionale, Wilde ha aggiunto anche la fantasia leopardata alla gamma di tonalità che sfoggia nei suoi capi. Un’idea semplice, che ha riscosso grande successo.

Il nome dell’hashtag viene invece dalla Finlandia. La paternità spetta ai politici Anders Adlercreutz, del Partito Popolare Svedese, e Atte Harjanne dei Verdi, che a inizio 2023 hanno lanciato l’operazione Free the Leopards!. La proposta consisteva in una «pressione costruttiva» verso la Germania da parte dei Paesi dotati di Leopard, che avrebbero dovuto inviare i propri tank per convincere i tedeschi a fare lo stesso. 

Dai banchi del parlamento finlandese, la campagna ha generato un movimento di contestazione contro Berlino che ha preso piede su Twitter. Prima del lancio ufficiale su TikTok, infatti, l’hashtag era già in uso sulla piattaforma di Elon Musk per ironizzare sulla reticenza del Cancelliere Scholz. Non sono mancati meme taglienti, ai quali ha partecipato la premio Nobel per la Pace Oleksandra Matviichuk, e accuse di codardia contro il governo tedesco.

Articolo di Michelangelo Gennaro, Assistant Researcher Luiss Data Lab