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Esclusiva

Luglio 12 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Agosto 2 2022
“Time-lapse migration”: dipingere una nuova vita nel Metaverso

Time-lapse migration è il progetto di MediaFutures che permette ad artisti migranti di emanciparsi economicamente e costruirsi una nuova vita

«Vogliamo dare agli artisti rifugiati la possibilità di avere una voce riconosciuta in ambito culturale, di vendere le loro opere e raccontare le loro storie nei Paesi di destinazione». Marc Hernanàndez Guell, direttore della start-up “La Tempesta” di Barcellona, racconta così il progetto “Time-lapse migration”, sviluppato insieme al duo artistico Varvara and Maar, nell’ambito del progetto MediaFutures. Da anni la sua attività si occupa di sviluppare progetti che riguardano il digitale e la tutela del patrimonio culturale. «Pensiamo che il fenomeno migratorio, per essere compreso fino in fondo dalla società, vada analizzato da una prospettiva più ampia» continua Guell.  

"Time-lapse migration": dipingere una nuova vita nel Metaverso

“Time-lapse migration” è un diviso in due sezioni parallele. La prima comprende un sito web dove, grazie all’aiuto di sociologi ed esperti di migrazione, è stata costruita una pagina in cui si analizzano i principali concetti legati al fenomeno migratorio. «Questa parte del progetto aggiunge una nuova risorsa sul web, un punto di vista innovativo sulla storia di queste persone. La parte introduttiva del sito è molto ragionata e curata. Può diventare una fonte di informazioni di prima mano basate su un minuzioso lavoro di ricerca. Tutto questo bilancia i vuoti di informazione che esistono da anni su questa materia. Se esiste poca consapevolezza sui temi che riguardano il fenomeno delle migrazioni forzate e dei rifugiati, sarà più semplice il diffondersi di disinformazione». 

La seconda sezione del progetto riguarda lo sviluppo, da parte di “La Tempesta”, di una piattaforma online per l’organizzazione di mostre e la compravendita di opere d’arte. «Questa è la parte di “time lapse migration” in cui entrano in gioco gli artisti. La piattaforma si propone di esaminare come l’arte sta reagendo a questo tipo di fenomeni, di approfondire la prospettiva dei singoli artisti e le loro opinioni. Crediamo che il movimento di persone porti a delle contaminazioni anche nelle loro pratiche artistiche e pensiamo che la costruzione di questo portale online sia un modo per dare una voce nuova e potente ai rifugiati». 

"Time-lapse migration": dipingere una nuova vita nel Metaverso

«Le Ong sono fondamentali per entrare in contatto con i rifugiati. Grazie a loro, che lavorano ogni giorno a stretto contatto con i potenziali protagonisti di “time lapse”, possiamo scoprire e venire a contatto con storie interessanti» spiega Guell. 

La piattaforma online è la parte più innovativa di “time lapse migration”. «Per l’organizzazione delle mostre degli artisti rifugiati abbiamo coinvolto il duo artistico “Varvara and Mar”, specializzato in pratiche digitali. In questo caso gli artisti svolgono un lavoro editoriale, decidendo come saranno disposte e organizzate le opere dei rifugiati». 

«Stiamo sviluppando uno spazio nel Metaverso, sia per l’organizzazione delle mostre, che per la compravendita delle opere d’arte». Guell racconta che l’idea di permettere agli artisti di rafforzare la propria immagine e rendere più visibile il loro lavoro, tramite la vendita delle loro opere sulla piattaforma, è arrivata con lo scoppio della guerra in Ucraina. «Volevamo fare qualcosa che potesse dare un aiuto concreto ai creativi che fuggivano dal conflitto». 

«L’aspetto più innovativo riguarda il fatto che la compravendita delle opere d’arte avverrà tramite NFT. Quelli utilizzati sulla piattaforma si chiamano “tezos”, sono non speculativi e non inquinano». 

"Time-lapse migration": dipingere una nuova vita nel Metaverso

Dopo la presentazione del progetto, “La Tempesta” ha ricevuto molte richieste da parte di istituzioni culturali per poter utilizzare la piattaforma per vendere le proprie opere. «Dopo “time lapse migration” la piattaforma potrà continuare a esistere e a essere utilizzata anche da musei e altre istituzioni. Diventerà un progetto sostenibile nel tempo e potrà avere nuovi usi». 

Le opere che vengono esposte su “time lapse” raccontano il viaggio dei migranti, sfatano miti e false credenze sulle loro storie, ma soprattutto permettono agli artisti di rendersi indipendenti economicamente. Grazie al progetto i rifugiati potranno sfruttare le piattaforme digitali per vendere le proprie opere, essere conosciuti e apprezzati nei Paesi dove sono fuggiti e stanno tentando di costruire una nuova vita. 

Articolo di Beatrice Offidani, studentessa del Master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale dell’Università Luiss Guido Carli