Trainata da notizie false che negano le sofferenze dei civili a Gaza, a luglio triplica la disinformazione sulla crisi in Medio Oriente

I tre progetti editoriali italiani che hanno pubblicato contenuti di verifica dei fatti, e che hanno contribuito a questo report*, hanno pubblicato, a luglio 2025, un totale di 125 articoli di fact-checking. Di questi, 17 (13,6%) hanno avuto per oggetto casi di disinformazione riguardanti la crisi in Palestina, 9 (7,2%) l’immigrazione, 6 (4,8%) la pandemia, 5 (4%) il conflitto in Ucraina, 4 (3,2%) le tematiche di genere o Lgbtq+, 3 (2,4%) il cambiamento climatico e 2 (1,6%) l’Unione europea.

Le notizie false in Italia a luglio si sono concentrate sulla questione della crisi in Palestina, ritornando ai valori raggiunti a ottobre 2024 (14,5%), ad un anno dall’inizio del conflitto, mentre a livello europeo – come registrato da EDMO – il valore, seppur in leggero aumento, è rimasto basso (4%). Aumenta significativamente la disinformazione relativa all’immigrazione, salendo di cinque punti percentuali, in linea con la tendenza registrata complessivamente in Europa, dove il tema ha toccato un nuovo record. Crescono poi le percentuali della disinformazione rilevata sul cambiamento climatico e sulle tematiche di genere o Lgbtq+, anche in questo caso in linea con quanto registrato a livello europeo.

Le percentuali di informazioni false per quanto riguarda gli altri temi sotto monitoraggio sono rimaste stabili o hanno mostrato solo lievi fluttuazioni.


IL TEMA PIÙ COLPITO DALLA DISINFORMAZIONE: LA CRISI IN PALESTINA

A luglio è tornata alla ribalta la teoria del complotto israeliana “Pallywood”, che mira a minimizzare le sofferenze della popolazione palestinese: secondo questa tesi cospirativa, numerose prove – come video e immagini – delle sofferenze dei civili in Palestina sarebbero false. Si tratterebbe infatti di attori truccati che fingono di essere feriti, come nel caso della giornalista palestinese Bayan Abusultan. Oppure di immagini che provengono da altri Paesi e altri periodi: ad esempio la foto di una bambina a Gaza nel 2025 sarebbe stata in realtà scattata in Siria o in Iraq nel 2014 (come “verificato” in maniera errata da Grok, l’IA di X) o, ancora, la foto di un anziano palestinese malnutrito sarebbe invece l’immagine di un uomo turco deceduto nel 2010.

In chiave antisemita è invece circolata la notizia secondo cui il turista ebreo aggredito a fine luglio in un autogrill italiano avrebbe detto che far pagare la focaccia 15 euro è antisemitismo.
Similmente, è diventata virale la storia falsa secondo cui il ministero degli Esteri cinese avrebbe dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump è controllato da Israele.

LA DISINFORMAZIONE GENERATA DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE RAGGIUNGE UN NUOVO RECORD

La percentuale di storie false che sfruttano contenuti generati dall’IA quasi raddoppia a luglio rispetto al mese precedente, e raggiunge un nuovo record, passando dal 9,6% al 16,8% (21 articoli su 125 totali). Questo valore è superiore alla media europea registrata da Edmo nello stesso mese (intorno al 10%).

Le notizie false generate con l’intelligenza artificiale nel mese di luglio hanno riguardato principalmente la teoria del complotto sul caso Epstein, e hanno preso di mira il presidente statunitense Donald Trump, il quale è stato rappresentato in numerose immagini false, diffuse come prova del suo coinvolgimento nello scandalo. La disinformazione ha anche colpito la crisi in Palestina, con presunte foto di bottiglie piene di cibo lanciate in mare per farle arrivare a Gaza e giocatrici di calcio che avrebbero dimostrato il loro sostegno alla causa palestinese in campo. Non è mancata neanche la guerra in Ucraina tra gli argomenti oggetto di questo tipo di disinformazione, con un video generato da IA che mostrerebbe dei cittadini ucraini chiedere scusa alla Russia.

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